La Vergogna

Claudia Provenzano

Il crollo del sè

Il termine vergogna proviene dal latino vereor, che significa temere.

Nella lingua inglese shame deriva dalla parola indoeuropea kam che vuol dire nascondere.



La vergogna è un'emozione molto spiacevole che coinvolge l'individuo nella sua totalità, poiché nasce dalla perdita pubblica della propria immagine personale. L'immagine che abbiamo di noi stessi è l'insieme delle conoscenze e delle valutazioni positive e negative che gli altri ci rimandano. L'IMMAGINE PERSONALE è fondamentale in quanto sta alla base della nostra identità individuale e del nostro profilo di personalità. Inoltre contribuisce in modo determinante a stabilire la nostra posizione sociale. In tal senso ha a che fare con la DESIDERABILITÀ SOCIALE. Per tutti, in quanto esseri sociali, è naturale voler essere oggetto del desiderio degli altri, essere stimati e apprezzati, essere significativi. Il risultato psicologico più evidente della vergogna è uno senso di IMPOTENZA e di confusione prodotta dalla perdita della propria immagine sociale.

Questa esperienza penosa di inadeguatezza e di impotenza toglie ogni valore al soggetto ponendolo in uno stato grave di ansietà, di disagio interiore e di sconforto. In tal senso la vergogna è una profonda ferita di se stessi che non dà pace. La vergogna comporta dunque una forte concentrazione di attenzione su di sé in modo negativo e autodistruttivo.

Oltre ad esprimersi nell'impotenza e nella passività, nel desiderio di scomparire nell'isolamento sociale, è spesso collegata a forti esplosioni di rabbia: la vergogna può spingere l'individuo verso forme di recriminazione e di vendetta può essere dominato dall'idea fissa di rivalsa, per i responsabili,veri o presunti, della propria condizione di vergogna. Si tratta di una modalità distruttiva e persecutoria di rabbia chiamata FURIA da UMILIAZIONE,   diretta contro se stessi e contro chi ha procurato questa esperienza penosa. Tale operazione psicologica svolge una funzione di difesa poiché in tal modo chi prova vergogna può riacquistare un certo grado di potenza e di controllo sull'esperienza all'origine della emozione spiacevole

Nell'esperienza della vergogna si verifica il FENOMENO del SÉ TRASPARENTE: la condizione in cui un individuo considera se stesso così come lo potrebbero considerare gli altri, i suoi pensieri riflettono quelli che ritiene siano i pensieri degli altri.

L’immagine personale è connessa alla tematica della PRESENTAZIONE di SÉ agli altri: si tratta di un'operazione strategica, poiché uno degli scopi più importanti è quello di migliorare la percezioni e le valutazioni che gli altri hanno di noi, in quanto in questo modo si acquisisce maggiore POTERE SOCIALE, il potere cioè di influenzare i comportamenti e le decisioni altrui. L'immagine personale influisce anche sull’AUTOSTIMA, in quanto attraverso di essa otteniamo autoaffermazione, gratificazioni e conferme, oppure svalutazioni e negazioni. Alla base della vergogna vi è una condizione di insufficienza e di inadeguatezza: si sperimenta il negativo di sé e della propria immagine. Si assiste quindi, alla MANCANZA di ACCETTAZIONE di SÈ.


La vergogna è un'emozione focale, cioè selettiva, in quanto viene provata soltanto in riferimento agli ambiti “sensibili” per l'individuo, quelli cioè che sono rilevanti e cruciali: non si prova vergogna per qualsiasi tipo di mancanza o azione riprovevole, ma soltanto per ciò che è significativo per la propria immagine. La vergogna non è suscitata da certi eventi in quanto tali, bensì dai significati che ciascuno attribuisce a questi eventi.

La vergogna è un'emozione di conformità, poiché è suscitata dalla rottura dei modelli di comportamento del gruppo di riferimento. L'attivazione dell'esperienza di vergogna nell'altro rappresenta allora una forma di controllo psicologico sul comportamento e sugli atteggiamenti dell'altro

La vergogna è un segnale importante per valutare lo stato delle relazioni personali, poiché la sua comparsa indica spesso una condizione di crisi e di difficoltà delle interazioni sociali: quando affiorano emozioni di vergogna tra due persone o in un gruppo, vuol dire che la qualità dei loro rapporti è fortemente compromessa. La vergogna rappresenta dunque l'esito negativo delle relazione disfunzionali: vuol dire che il tipo di interazione esistente fra queste persone ha preso una direzione di disagio e di contrapposizione distruttiva anziché di benessere e di condivisione costruttiva.

La vergogna appartiene alla famiglia delle emozioni autoriferite cui appartengono anche colpa imbarazzo e orgoglio. In questo tipo di emozioni, il nucleo fondamentale dell'esperienza emotiva è dato da qualche avvenimento che pone se stessi al centro della consapevolezza nella valutazione di quanto è successo. L'immagine di sé viene in primo piano per essere rafforzata, nel caso dell'orgoglio o diminuita e danneggiata, nel caso della colpa e della vergogna. Le emozioni autoriferite sono emozioni sociali, in quanto vengono prodotte esclusivamente in un contesto sociale, in funzione delle relazioni che un individuo intrattiene con gli altri come risultato di questa loro caratteristica hanno rilevanti effetti sulla rete dei propri rapporti sociali: Il sentire l’emozione di vergogna, imbarazzo, orgoglio o colpa, modifica sensibilmente le relazioni con gli altri.





VERGOGNA: COLPA, IMBARAZZO, ORGOGLIO



VERGOGNA e COLPA

Entrambe sono suscitate da comportamenti inadeguati, che comportano una condizione di fallimento o di trasgressione delle regole sociali. Rientrano nell'ambito delle emozioni morali ossia emozioni suscitate dalla violazione delle norme e valori sociali e che comportano un senso di indebitamento nei confronti degli altri.

La vergogna è un'emozione pubblica suscitata dalla sovraesposizione sociale e dalla effettiva o potenziale (il rischio di ) disapprovazione degli altri, mentre la colpa è un'emozione privata, generata dai rimorsi della coscienza morale. Tuttavia esiste anche una consistente percentuale di casi in cui la vergogna è sentita anche quando si è soli con se stessi, come memoria dell’esperienza vissuta.

Nella vergogna l'attenzione è rivolta direttamente alla totalità di se stessi con valutazioni negative, da cui deriva un profondo senso di indegnità e di impotenza per la propria immagine rovinata. “Chissà che cosa diranno gli altri di me”,”Chissà che cosa penseranno” oppure “Guarda come mi sono ridotto”. D’altro lato, nella colpa l'enfasi è orientata non su di sé ma soltanto sulla singola azione compiuta e sulle sue conseguenze. “Ho fatto una cosa terribile”. Da cui nascono uno stato di tensione e rimorso e la disposizione alla riparazione nei confronti della persona che ha subìto il danno. Questa differenza fra vergogna-sé “cattivo” e colpa-comportamento “cattivo” è alla base della profonda diversità fra queste due emozioni. Nel primo caso si assiste ad un crollo nella valutazione della propria identità, con effetto distruttivo e paralizzante ed emotivamente devastante. Nel secondo caso si assiste ad un giudizio negativo su una specifico comportamento, lasciando integro il sé.

Mentre nella vergogna la sofferenza è generata dalla convinzione di essere percepito o valutato in maniera negativa, di essere riprovevole nella propria totalità e di aver perso pubblicamente il proprio onore e la propria dignità per sempre. Nella colpa al contrario la sofferenza è prodotta dalla consapevolezza di aver violato norme morali che regolano le azioni, per cui si crede di aver o si ha procurato un danno, psicologico o materiale, a qualcuno. Nella vergogna il fuoco dell'attenzione è il sè nella sua globalità e il grado di sofferenza di solito è intenso e penoso della colpa. Il rapporto con gli altri è di preoccupazione, per la valutazione della propria persona. È dominata dal desiderio di fuggire via, di nascondersi, o di vendicarsi. Nella colpa il fuoco dell'attenzione va invece sull'azione specifica, ad un comportamento circoscritto e perciò il grado di sofferenza è meno penoso della vergogna. In rapporto agli altri comporta preoccupazione per gli effetti della propria azione. La tendenza all'azione consiste nel desiderio di confessarsi, di scusarsi e di riparare.


VERGOGNA E IMBARAZZO

Mentre nella vergogna c'è una compromissione della propria immagine personale, nell'imbarazzo si tratta del rischio di mettere in crisi la propria immagine. Perciò mentre nella vergogna ci può essere ruminazione e ricordo di eventi passati, l'imbarazzo è sempre legato a una situazione contingente e presente.

L'imbarazzo, diversamente dalla vergogna che richiede una trasgressione volontaria di standard e norme sociali, implica una trasgressione involontaria, casuale, non intenzionale.

L'imbarazzo può essere suscitato anche dalla semplice esposizione di sé al pubblico: è sufficiente la consapevolezza di diventare, spesso all'improvviso, oggetto di attenzione focalizzata per provare imbarazzo.

Tanto l'imbarazzo quanto la vergogna sono emozioni autoriferite: implicano una autoconsapevolezza, sia pubblica sia privata, poiché i soggetti più facilmente imbarazzabili sono inclini alla vergogna sono particolarmente Attenti alla valutazione degli altri sul proprio conto, temono di più il giudizio negativo e la disapprovazione, nonché vanno maggiormente alla ricerca di accettazione E approvazione sociale

Diversamente dalla vergogna l'imbarazzo è un'esperienza meno penosa, meno intensa e meno distruttiva Inoltre mentre la vergogna è un'emozione che perdura abbastanza lungo nel tempo l'imbarazzo costituisce un'esperienza transitoria e momentanea in quanto legata in modo stretto alla situazione presente contingente


VERGOGNA E ORGOGLIO

L'orgoglio è esattamente l'antitesi della vergogna. Chi prova orgoglio sa di essere degno della stima e della considerazione degli altri, sa di meritare rispetto ammirazione e perfino riverenza. In alcuni soggetti l’orgoglio si trasforma in un sentimento di superiorità e di dominanza. Nonostante l'orgoglio sia l'esatto opposto della vergogna c’è una importante relazione fra le due emozioni. Esiste Infatti un circuito orgoglio vergogna: frequentemente chi prova orgoglio prova poi una sensazione di vergogna per il fatto di aver provato orgoglio


Le emozioni costituiscono un flusso intricato interconnesso che per comodità di analisi e di comprensione separiamo indifferenti categorie emotive ma la vita emotiva è una dimensione unitaria e continua è ciò che viene chiamato vicissitudini delle emozioni un flusso un fascio di emozioni che non vengono mai da sole.








L. Anolli, La vergogna, Il Mulino 2010

Cristiano Castelfranchi, Che figura. Emozioni e immagine sociale, Il Mulino 2017

M. W. Battacchi, O. Codispoti, La vergogna. Saggio di psicologia dinamica e clinica,  Il Mulino, 1992

C. L. Cazzullo, Le ferite dell'anima. I meandri della vergogna, Frassinelli 2003

B. Rimé, La dimensione sociale delle emozioni, Il Mulino, 2008