Il significato psicosomatico delle malattie della pelle

Claudia Provenzano

Quando il conflitto interno non trova spazi psicologici di elaborazione, allora si esprime nel corpo, quale unico ambito possibile in cui manifestarsi.

Se l’individuo non ha gli strumenti psichici, la capacità di sentire le proprie emozioni e di verbalizzarle, allora il conflitto prende la via del corpo, si incarna in esso e in tal modo si esprime, seppure in maniera implicita, indirettamente attraveso il sintomo somatico. Ed è il corpo quindi, con le sue manifestazioni, ovvero i sintomi, a parlare per la persona. Il sintomo, sia psichico che somatico, diventa una sorta di messaggio implicito che segnala uno stato di squilibrio nello “psico-corpo” dell’individuo. Il sintomo o la malattia non sono dunque nemici da combattere, ma segnali da leggere di un sistema che si autoregola. Il sintomo corporeo va dunque indagato nei significati di cui è portatore.

Nel bambino che non possiede ancora le proprie emozioni e la capacità di dar loro voce attraverso la parola, i conflitti si esprimono attraverso il corpo. Perciò tanto più un sintomo è radicato nel corpo, tanto più esso rimanda a vissuti remoti.

La FUNZIONE DEL SINTOMO o della malattia è dunque quella di segnalare che il sistema psicosomatico dell’individuo non è più funzionale, che c’è uno squilibrio. Poiché il SEGNALE è di natura fisica ma rimanda ad un conflitto psichico, la chiave di lettura è il simbolo. Il termine SIMBOLO, dal greco syn-ballein, significa riunire insieme, collegare concetti e significati anche fra loro distanti.

Il SIMBOLO si fa dunque strumento per la comprensione del messaggio psico-somatico Quando si manifesta un sintomo, la correlazione non è casuale, così come non è causale l’organo colpito, né la tipologia di sintomo, ma si basa su un’ANALOGIA FUNZIONALE. Per analogia funzionale si intende il preciso collegamento tra la funzione dell’organo colpito e il suo significato simbolico, tra la funzione alterata e il senso psichico di questa disfunzione. Se un bambino prima di andare a scuola vomita si può immaginare un disagio nell’andare a scuola. Ma diverso è se vomita (rifiuto), se ha nausea (pesantezza) o se ha mal di pancia (timore,insicurezza). La specificità del sintomo dice tanto su ciò che sta esprimendo dello psicosoma dell’individuo.

 

Con soggetti che hanno difficoltà con la funzione immaginativa, che la possiedono “imprigionata” nel corpo, l’intervento del terapeuta serve a far percepire le intime connessioni simboliche fra sintomo e conflitto psichico, attraverso la fruizione e la creazione di immagini. Tali “iniezioni” di immaginario pian piano sciolgono l’evento somatico nei suoi possibili significati.



LO SPECIFICO CUTANEO

La pelle è l’involucro del corpo e insieme organo sensoriale del tatto. Pertanto ogni questione che riguarda la pelle riguarda il contatto, le relazioni con gli altri. A livello di cervello mammifero, nelle scimmie come nell’uomo, il contatto fisico, le carezze, gli abbracci, producono ossitocina, un ‘‘ormone del piacere’’, che serve a placare le tensioni. I conflitti da separazione vengono decondificati biologicamente sottoforma cutanea, producendo così le malattie dermatologiche.


La pelle è l’ORGANO PSICOSOMATICO per eccellenza: molto spesso infatti gli stati emotivi sono correlati con alterazioni della pelle, dalla manifestazione del rossore, del pallore, della sudorazione, del prurito, alla pelle d’oca.

La PELLE è sia una BARRIERA, che definisce i confini e protegge, sia un’INTERFACCIA tra il mondo interno e quello esterno, crea senso di bellezza e attrazione, ma anche bruttezza e repellenza un La pelle è un organo intermedio tra gli organi con innervazione volontaria, capaci di dare un’espressione simbolica ai processi mentali, e organi che sono totalmente indipendenti dalla volontà. La pelle è un operatore simbolico che permette attraverso una lettura dell’analogia funzionale del sintomi, di liberarne il significato. Inoltre in quanto parte esterna che ci ricopre e ci protegge, in un certo senso ci definisce nei nostri CONFINI, è la parte del corpo che più rappresenta l’IDENTITÀ manifestata all’esterno. Quando la pelle è lesa ci invita ad una particolare attenzione all’integrità dell’Io.

Come per la malattia psichica, più profondo e antico è il conflitto più grave è la manifestazione patologica, così nel corpo, più grave e di difficile risoluzione è la malattia del corpo più si riferisce a tematiche antiche e a danni di importante gravità.



LO SPECIFICO PSORIASICO

Nella psoriasi gli auto-anticorpi stimolano l’organismo a continue divisioni cellulari, ben oltre i limiti di un normale ricambio cellulare dell’epidermide. Di conseguenza si assite ad accumulo continuo di cellule che vanno a costituire fogli su fogli di pelle secca senza elesticità, placche indurite, pruriginose, con crepe profonde che diventano punti di sanguinamento.

Della psoriasi si può dire per prima cosa che è una PATOLOGIA AUTOIMMUNE, cioè che porta l’organismo a ledere se stesso, disattivando il meccanismo dell’horror autotoxicus, che impedisce di fare del male a se stessi, sia interiormente sia a livello fisico. Quando si arriva a generare reazioni così importanti da deviare una legge dell’esistenza si ha a che fare con un conflitto sottostante molto importante e profondo, probabilmente un trauma risalente a tempi remoti.

Inoltre, la malattia autoimmune ha a che fare con la presenza di un’AGGRESSIVITÀ AUTODIRETTA, da un punto di vista simbolico punitiva. La PUNIZIONE è collegata con l’esperienza della liberazione dalla COLPA. I soggetti psorisiaci, come tutti quelli portatori di malattie autoimmuni, tendono a bloccare la reazione verso il mondo esterno, rivolgendo l’aggressività verso se stessi.

Una carartteristica che accomuna gli psorisiaci è la vulnerabilità affettiva radicale, analogamente a come la pelle dura nasconde una pelle sottile e fragile. La produzione continua e ipertrofica di cellule epidermiche che produce un ispessimento cutaneo rimanda analogicamente alla funzione PROTETTIVA della PELLE. Si palesa un forte BISOGNO DI PROTEZIONE, le placche manifestano la grande fragilità sottostante. I meccanismi psichici di difesa sono entrati in difficoltà e hanno affidato al proprio analogo biologico, in questo caso la pelle, l’espressione di un conflitto profondo e doloroso insopportabile, che spinge ad una difesa passiva, a ripararsi dietro una corazza. Il soggetto psoriasico si presenta, nei casi più gravi, coperto di placche in tutto il tronco, davanti e dietro, racchiuso in quella che è stata definita una «corazza dolente» La psoriasi esaspera la funzione naturale di protezione della pelle, producendo come una CORAZZA che crea però è fragile- la ferita, il sanguinamento., rivelando una FRAGILITÀ e vulnerabilità estreme che fanno pensare a una medesima FRAGILITÀ PSICOLOGICA. La psoriasi sembra correlata a TEMATICHE ABBANDONICHE o di PERDITA.

La psoriasi esordisce in momenti di stress, che riattivano nel soggetto a conflitti o traumi antichi che in quanto troppo potenti o intollerabili per la coscienza, o troppo precoci per essere espressi, precipitano nel corpo, esprimendosi sottoforma di placche psoriasiche.

Poichè la sede della malattia è la pelle, anche la sede del conflitto o del trauma sia la pelle, cioè riguardi il CONTATTO, quindi la RELAZIONE, che in un bambino molto piccolo implica il rapporto con la figura materna. La placca psoriasica indica la costante necessità di difendersi da contenuti aggressivi o dalla privazione, la mancanza di un accudimento del caregiver. La pelle psichica privata del contatto fisico o da ‘carezze’ in senso simbolico, non nutrita in modo equilibrato da una relazione intima può aver generato una ferita narcisistica primaria. Poiché si cresce attraverso la relazione, se nel rapporto primario con la madre è mancato l’accudimento affettivo e relazionale, viene impedito lo sviluppo fluido e naturale della crescita.

Il ricambio cellulare che si attua nella psoriasi rimanda all’idea di muta. La muta a livello simbolico non è altro che il “cambiare pelle per poter crescere”. Il contenitore-pelle non è in grado di accrescersi come il contenuto, così con la muta si creano nuove condizioni per contenere la crescita. 



M.Pusceddu, Il corpo racconta, ed. Paolo Emilio Persiani, 2013

C. Rainville, Metamedicina 2.0. Ogni sintomo è un messaggio, ed. Amrita 2000

G. Trombini, F. Baldoni, Disturbi psicosomatici, ed Il Mulino – Farsi un’idea, 2001

C. Flèche, Decodifica biologica delle malattia, ed Amrita, 2010