Anoressia e Bulimia
due polarità interdipendenti

Anoressia e Bulimia nervosei si collocano fra i quadri sintomatici più complessi e comportano forme gravi di sofferenza sia psicologia sia fisica.
Possono cronicizzare arrivando fino a gravi inabilità sia fisiche che mentali, e perfino al suicidio.
Colpiscono prevalentemente le femmine (prima si pensava con un rapporto 10:1, ora intorno a 3:1) ed hanno il loro esordio solitamente nell’infanzia e nell’adolescenza.
Anoressia e Bulimia sembrano avere una prevalenza maggiore nello società industrializzate, caratterizzate dalla facile disponibilià e abbondanza di cibo nonché dall’idea che essere attraenti sia associato all’essere magri. Nella società tecnologica contemporanea, questa idea di perfezione fisica come magrezza viene veicolata dai media e incoraggiata dai social (siti "pro-ana": pro anoressia e "pro-mia": pro bulimia; Hashtag #thinspiration, #fitspiration).
La tipicità di questi due disturbi dell’alimentazione consiste nel fatto che si tratta di due polarità fra loro interdipendenti. Si innesca cioè un
circolo vizioso: la restrizione dell’introito calorico o le condotte compensative (Anoressia) porta alla perdita di peso e all’aumento della fame. La rassicurazione del peso perso, associata all’aumento sempre più forte della fame conducono alla perdita di controllo sul cibo, con abbuffate e conseguente senso di colpa e paura di ingrassare (Bulimia). L’essere ingrassati (legata più ad una distorsione cognitiva che non ad un reale ingrassamento: anche 50gr in più sono percepiti come ingrassare) riporta dunque indietro a comportamenti di controllo e restrizione delle calorie o all’attuazione di condotte purgative (Anoressia)
ANORESSIA NERVOSA
Da un punto di vista descrittivoii, si può parlare di Anoressia nervosa quando si osservano:
A) RESTRIZIONE dell’assunzione di CALORIE sotto il minimo del necessario, da cui deriva un PESO corporeo significativamente BASSO nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. (il peso è minore del minimo normale)
B) PAURA di aumentare di PESO, di diventare grassi, che innesca COMPORTAMENTI RESTRITTIVI persistente contro l’aumento di peso, anche se oggettivamente basso
C) ALTERAZIONE della PERCEZIONE relativa a PESO o FORMA del proprio corpo; eccessiva INFLUENZA del peso o della forma del corpo sui livelli di AUTOSTIMA.
È tipicamente caratterizzata anche dal persistente mancato riconoscimento della GRAVITA' dell’attuale condizione di sottopeso.
Tutto ciò comporta una grave compromissione della salute e del funzionamento psicosociale.
• Sottotipo con RESTRIZIONI
Si ha quando la perdita di peso viene ottenuta attraverso la dieta, il digiuno e l’attività fisica eccessiva, almeno per 3 mesi, con ricorrenti episodi di abbuffateiii o condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi)
• Sottotipo con ABBUFFATEiv/ CONDOTTE di ELIMINAZIONE
Si ha quando, per almeno tre mesi, si verificano ricorrenti episodi di abbuffate o condotte di eliminazione
Il livello di gravità dello stato di salute fisica e psichica del soggetto con anoressia può essere misurato attraverso l’indice di massa corporea (BMI) che si ottiene dividendo il peso della persona per l’altezza in metri alla seconda
fattori di rischio
I fattori che aumentano il rischio di sviluppare l’anoressia sono di vario tipo:
- temperamentali: perfezionismo, presenza di tratti ossessivi
- ambientali: cultura di appartenenza o attività come danza e atletica in cui è necessario un peso corporeo basso
- genetici: rischio maggiore per i parenti di primo grado che ne soffrono
comorbilità
disturbo Oppositivo-Provocatorio, l’Ansia, il disturbo Ossessivo-Compulsivo
complicanze
Il digiuno provoca il consumo nutrizionale del proprio corpo, a partire dai grassi, poi i muscoli, poi gli organi.
Il digiuno associato a vomito e lassativi, provoca aritmia cardiaca e danni renali, con conseguente disidratazione, cattiva circolazione e ossigenazione, da cui la pressione bassa, il danneggiamento della pelle, delle unghie, di denti e capelli Lo stato ansioso e quello depressivo legato al disturbo ossessivo-compulsivo possono condurre al suicidio.
BULIMIA NERVOSA
La bulimia è più diffusa rispetto all’anoressia, con una incidenza del 3%.
Da un punto di vista descrittivo, si può parlare di Bulima nervosa se si osservano:
A) ricorrenti episodi di abbuffata, caratterizzati da:
- mangiare, in un determinato periodo di tempo (es.in due ore), una QUANTITA' DI CIBO significativamente MAGGIORE per la maggior parte degli individui nello stesso tempo e in circostanze simili
- sensazione di PERDERE il CONTROLLO durante l’episodio (es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa o quanto)
B) ricorrenti e inappropriate CONDOTTE COMPENSATORIE per prevenire l’aumento di peso (vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici/altri
farmaci, digiuno, attività fisica eccessiva)
C) livelli di AUTOSTIMA indebitamentev INFLUENZATE dalla forma e dal peso del corpo
D) non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa. E in genere il peso corporeo si mantiene, mentre il menarca è irregolare
fattori di rischio
I fattori che aumentano il rischio di sviluppare la bulimia sono di vario tipo:
- temperamentali: bassa autostima, tratti ansiosi e depressivi, ansia sociale
- ambientali: abuso e maltrattamento, attività come la danza e l’atletica, vita universitaria, precedenti diete restrittive (l’eccessiva restrizione alimentare favorisce la disinibizione e la perdita di controllo)
- genetici: trasmissione familiare, obesità, maturazione puberale precoce
comorbilità
disturbi depressivi, disturbi bipolari, disturbi d’ansia
complicanze
disturbi cardiovascolari gastrointestinali danneggiamento laringe e denti tentativi di suicidio
Da un altro punto di vistavi Anoressia e Bulimia , vengono definite non tanto sulla base della descrizione dei disturbi, quanto sul funzionamento complessivo della personalità, considerando aspetti quali l’espressione e la regolazione delle emozioni, le difese, la capacità di comprendere se stessi e gli altri, la qualità delle relazioni, le strategie per fronteggiare le difficoltà (strategie di coping).
Secondo questo approccio l'esordio avviene in età adolescenziale, poichè uno dei principali problemi degli adolescenti è il conflitto per l’indipendenza e la definizione di sé, la problematicità del processo di separazione-individuazione dai genitori. Negli anoressici, la difficile conquista dell’identità e del controllo di sé passa attraverso il controllo del proprio corpo, mentre nei bulimici le abbuffate sono un tentativo di compensare la consapevolezza degli aspetti negativi di sé e gli stati disforici (umore depresso ma non appiattito, attraversato da inquietudine e irritabilità) I comportamenti alimentari negli anoressici sembrano offrire un sentimento di sicurezza e protezione poiché consente loro di possedere l’autocontrollo e il potere di sentirsi belli. Il controllo delle emozioni e dei comportamenti attraverso comportamenti ossessivi che vanno ben oltre il cibo. Qualsiasi fallimento di questo controllo impossibile comporta vergogna e senso di colpa.
Le caratteristiche psicologiche comuni ad anoressia e bulimia sono: una regolazione degli affetti disturbata, una bassa autostima, la difficoltà a mentalizzarevii e una compromissione dello sviluppo del sé.
ESPERIENZA SOGGETTIVA DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Anoressia: il disturbo è vissuto con tratti più ossessivo- compulsivi e tratti narcisistici .
Bulimia: disregolazione emotiva, sentimenti di vuoto e rabbia che tentano di tamponare con il cibo. In alcuni soggetti con disturbo dell’alimentazione, sono possibili alte prestazioni e una personalità perfezionista (soprattutto in anoressia). Diversi individui con disturbi dell’alimentazione possono presentare stili di personalità inibiti coartati, con deficit significativi nella mentalizzazione. Può frequentemente comportare disturbi dell’umore e della personalità.
La presenza di una personalità caratterizzata da disregolazione emotiva peggiora la situazione qui come in qualsiasi altro disturbo.
STATI AFFETTIVI
I sintomi depressivi possono includere deflessione del tono dell’umore, isolamento sociale, riduzione dell’autostima e depressione anacliticaviii.
Sia nela caso dell’Anoressia che in quello della Bulimia è comune il mangiare da soli, provando sentimenti di vergogna, ansia, e tristezza. Comune la presenza di gesti para-suicidari, stimolati sia dall’umore depresso sia dal fallimento nel mantenere la forma corporea ideale.
I sintomi di ansia comprendono frequentemente fobia sociale e sintomi ossessivo-compulsivi.
L’alessitimia, l’incapacità di riconoscere, identificare e dare un nome alle proprie emozioni
L’impulsività è tipica dei soggetti bulimici.
La vergogna riguarda nei bulimici la propria mancanza di controllo del comportamento, mentre nei soggetti anoressici, la forma del proprio corpo, oltre a quella per le proprie ossessioni di controllo e le restrizioni comportamentali
Sia nei soggetti anoressici che in quelli bulimici sono frequenti le seguenti preoccupazioni emotive:
- Sentirsi affamati di cura e di affetto, desiderosi di protezione e accudimento;
- Sentimenti di fallimento, vulnerabilità, colpa, vergogna;
- Sentimenti di indegnità e inefficacia;
- Timore di essere abbandonati o che gli altri smettono di amarli;
- Rabbia e aggressività che vengono negate o messe a tacere oppure odiate;
- Paura che l’espressione delle emozioni porti alla perdita del controllo;
- Sentimenti di vuoto e perdita del controllo.
PATTERN COGNITIVI
I pattern cognitivi comprendono rigidità di pensiero e distorsioni della percezione del proprio corpo. La percezione può essere distorta a tal punto da compromettere l’esame di realtà. I disturbi dell’alimentazione hanno a che fare con i disturbi della personalità. Gli individui anoressici presentano temi narcisistici, perfezionismo, tendenza all’autocritica e all’ascetismo. L’onnipotenza e l’idealizzazione sono difese comuni. Nei casi gravi possono essere presenti meccanismi di difesa primitivi come la scissione e il ritiro dalla realtà esterna. Nei pazienti bulimici sono più comuni condizioni disregolate, con diffusione dell’identità, tendenza all’acting out, scissione del sé, svalutazione e idealizzazione.
I pattern cognitivi possono comprendere:
- Preoccupazione di essere svalutati, inadeguati, incompetenti o non amati.
- Focalizzazione sull’essere giovani, somiglianti a bambini e innocenti, il che implica il desiderio inconscio di evitare l’età adulta.
- Interesse eccessivo per l’immagine corporea e dipendenza dal monitorare la forma e i cambiamenti del proprio corpo
STATI SOMATICI
Possono comprendere:
- Sensazione fisica di vuoto nello stomaco associabile al senso di un sé vuoto e svuotato;
- Confusione tra stati mentali e somatici.
PATTERN RELAZIONALI
Gli individui con disturbo alimentare tengono nascosto il proprio disturbo e con ciò non riescono a instaurare relazioni di intimità, entrano in relazione con gli altri in modo superficiale e immaturo per la loro età. Negli individui anoressici le relazioni tendono ad essere caratterizzate da controllo e perfezionismo. Possono gestire il bisogno di essere amati attraverso l’adattamento e la condiscendenza. i bulimici sono affamati d’amore, ma le loro relazioni possono essere instabili, caratterizzate dall’impulsività del momento. Entrambi possono soffrire per sentirsi abbandonati oppure provare senso di intrusione.
- i
Anoressia e Bulimia nervose vengono classificate nel Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2) fra i <disturbi con sintomi specifici> mentre nel Manuale Diagnostico Statistico (DSM-5) vengono classificate come categoria a sé e nominate come <disturbi della nutrizione e dell’alimentazione>
ii Si fa riferimento qui ai criteri del Manuale Diagnostico Statistico (DSM-5), punto di riferimento diagnostico per psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, che usa un approccio puramente nosografico, ovvero si limita a fornire una descrizione di fenomeni osservabili relativi a ciascun disturbo.
iii Le abbuffate sono diverse dalle abbuffate dell’Anoressia. Queste ultime sono di tipo soggettivo: la quantità di cibo ingerito non è elevata, ma il vissuto della persona è comunque di perdita di controllo, la conseguenza quasi immediata è il ricorso alle condotte di eliminazione
iv Le abbuffate sono diverse dalle abbuffate dell’Anoressia. Queste ultime sono di tipo soggettivo: la quantità di cibo ingerito non è elevata, ma il vissuto della persona è comunque di perdita di controllo, la conseguenza quasi immediata è il ricorso alle condotte di eliminazione
v Indebitamente poiché il soggetto con disturbo alimentare trasferisce il disagio psichico sul corpo poiché non è in grado di verbalizzarlo o esprimerlo attraverso altri mezzi (immagini, suoni, azioni) (v.blog I Disturbi Alimentari.
vi Si fa riferimento qui all’approccio psicoanalitico, ovvero al Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2), redatto da Vittorio Lingiardi e Nancy McWilliams. A differenza del DSM, il manuale diagnostico degli psicoanalisti, il PDM, si concentra sull’esperienza interna del soggetto piuttosto che sui sintomi e i comportamenti, non è puramente descrittivo, ma ricerca le cause del disturbo e il trattamento. E non insiste sul concetto di “categoria diagnostica”. Le categorie proposte sono semplici a modelli di riferimento, più che un insieme di criteri per definire una patologia. Il modello principale utilizzato è quello della psicoanalisi relazionale (con particolare attenzione al controtransfert del terapeuta), integrato con concetti condivisi da vari orientamenti, come la teoria dell’attaccamento, l’attenzione all’influenza delle dinamiche familiari nello sviluppo del disagio, vari elementi di psicologia cognitiva e le neuroscienze. Inoltre hanno messo l’accento non tanto sui disturbi quanto sul funzionamento della personalità (l’espressione e la regolazione delle emozioni, le difese, la capacità di comprendere se stessi e gli altri, la qualità delle relazioni, le strategie di coping). Se il DSM descrive le malattie, il PDM descrive piuttosto gli individui, cercando di fornire informazioni per capire “che cosa una persona è, e non solo che cosa una persona ha”.
vii Per mentalizzazione si intende la comprensione del comportamento proprio e altrui in termini di stati mentali: bisogni, desideri, sentimenti, credenze, aspettative, attenzioni, motivazioni e capacità di simbolizzazione; attività di traduzione dell’esperienza in termini di rappresentazioni mentali invece che per vie somatiche o comportamentali
viii La depressione anaclitica è una forma depressiva nella quale prevalgono i sentimenti di perdita, di abbandono e di solitudine;

